Il Santuario

L'architettura della chiesa, dati i riferimenti stilistici, è da collocare alla prima metà del XVIII secolo, periodo in cui l'eremo gode di cospicui lasciti e donazioni.
A pianta rettangolare e ad una navata, la chiesa è accessibile tramite un fantasioso portale in marmo e pietra che echeggia, in tono minore, i grandi temi dell'architettura settecentesca siciliana.
Accanto al portale, sulla destra, si trova murata una targa marmorea con decorazione floreale settecentesca e l'iscrizione:
AEREMUS REGIA
(" Eremo Reale")
Sulla parete della piccola costruzione annessa alla Chiesa, adibita a campanile, che si affaccia sul cortile in cui si trova un pozzo in pietra, è stata collocata una lapide :
La Confraternita a Perenne Ricordo pose
4 - 5 - 1967
Tale lapide risale al Maggio 1967. Il nuovo Consiglio Direttivo era formato dal Gov. Natale Arena, il Segr. Cosimo Minissale, il Tes. Domenico Caruso, il Cons. Giuseppe Rungo e ancora da Antonino Tomasello ed Antonino Neri : costoro fecero richiesta verbale, al proprietario del demanio confinante col Santuario, confratello Giovanni Caruso, la concessione di un pezzo di terreno in modo da ricavare e realizzare un piazzale. Il sopracitato confratello accolse la richiesta e donò alla chiesa il terreno da cui si poté ricavare il piazzale, che la Confraternita, con la deposizione della lapide, denominato Piazzale Sacrato Pasquale Caruso (padre del Confrate Giovanni) .
Il portale d'ingresso alla Chiesa è sormontato da uno stemma marmoreo, in cui si legge :
All'interno della chiesa si trovano due altari laterali che custodiscono le Statue policrome del Crocifisso e dell'Addolorata.
Il monumentale Altare Maggiore, marmoreo con inserti colorati sempre in marmo, è pressoché l'esatta copia del portale d'ingresso, specialmente nella parte alta (probabilmente la loro realizzazione risale allo stesso periodo). Nella nicchia, coronata da un ornamento a forma di grande conchiglia, si trova la Statua della Madonna di Trapani, opera in legno che riproduce l'originale in marmo situato nella Chiesa all'Annunziata a Trapani.
Dislocati in vari punti, si trovano diverse lastre marmoree con interessanti iscrizioni che testimoniano l'intensa attività del Santuario. Tra le tanti lapidi, se ne trova una, semplice, in marmo bianco e con iscrizione in francese :
DE' CE' A MESSINE
LE 30 NOVEMBRE 1852
Inoltre, di fronte al portale d'ingresso, sul pavimento, una grande lastra tombale d'ingresso alla cripta che contiene i resti mortali dei monaci eremiti è decorata dal classico teschio con tibie incrociate sormontato dalla clessidra alata (simbolo del tempo che fugge) e contiene la seguente iscrizione datata 1698:
Adiacente al prospetto laterale della Chiesa, dalla parte sinistra, esiste ancora il corpo di fabbrica ad un solo piano (anticamente, dicono i Confratelli più anziani, era a due elevazioni con scala diritta interna nella stanza ove oggi è situata la segreteria della Confraternita) che, in un primo momento, costituiva il romitorio con le celle per gli Eremiti e successivamente per i Cappuccini (attualmente è l'abitazione del custode); esternamente vi è il chiostro con fontana a mascherone in pietra lavica dai tratti somatici caricaturizzati, e un pozzo d'acqua.
L'ingresso avviene da un piccolo e ben disegnato portale, il cui stile fa pensare ad una realizzazione della seconda metà del settecento, molto vicina al neoclassicismo.
Nell'antica Sacrestia annessa, sono conservati una pregevole fontana lavamano o acquasantiera settecentesca in marmo policromo, un armadio scolpito in legno di noce del XIX secolo, ed un busto marmoreo raffigurante Letterio Guarnera fu Carmelo ( nato il 7 Giugno 1819 e morto il 21 Novembre 1903), ricco possidente della zona e benefattore del santuario. Vicino alla porta d'ingresso, si trova una lastra tombale marmorea a pavimento risalente al 1744, in riferimento alla grande epidemia di peste dell'anno 1743.
Non distante dal santuario, su di un terreno pianeggiante, si trovano dei ruderi di un interessante agglomerato lineare di abitazioni ad un solo piano, nella tipica aggregazione a schiera, che incorporano una semplice cappella rustica dalle dimesse linee architettoniche : si tratta della cosiddetta "Badia ", una delle mete del " pomeriggio di preghiera sulla collina del Santuario della Madonna di Trapani " che, per iniziativa della Parrocchia di S. Luca (a quel tempo, parroco pro tempore era Padre Paolo D'Agostino), si svolgeva di domenica nel Giugno 1964.
In quell'occasione, per espressa volontà dei proprietari Sig.ra Costanzo, Sig. Germanà e Sig. Caruso, la Badia fu riaperta al culto per essere adibita ad iniziativa di pubblica preghiera; in quell'occasione, i fedeli percorrendo la strada attraverso la proprietà dell'allora Barone Mannamo, collocarono sull'altare un quadro del Sacro Cuore.
Nel programma si leggeva : " Ore 15,30 : partenza dalla Chiesa di S. Luca. Saranno percorsi a piedi tre chilometri, prima lungo il Torrente Trapani e poi per la trazzera dei Guarnera, che comincia col cancello dei Mannamo. I giovani recheranno in corteo preceduti dai religiosi salesiani, l'antica Croce penitenziale dei Romiti di Trapani (anno 1532).
Sarà recitato il S. Rosario che i Sacerdoti Salesiani commenteranno per tutti i 15 ministeri del Rosario. Esecuzione di canti popolari. Ore 17,30 alla fine del Corteo, Celebrazione della S. Messa nella Chiesetta detta della "Badia". Infine fiaccolata fino al Santuario a circa 400 metri e ritorno alla città per la via Torrente Trapani. La scuola Chantorum dei Salesiani eseguirà scelti canti polifonici ".
Oggi della Badia, a causa dei ripetuti crolli, rimane ben poco e solo pochi elementi consentono di individuarla tra le altre costruzioni in cui è inglobata : il portale ad architrave in blocchi parallelepipedi di pietra calcarea, la finestra ellittica " ad occhio " sovrastante e l'abbozzo di un altarino sulla parete interna che fronteggia il portale d'ingresso. Interessante la tipologia di costruzione della muratura, comune a tutto l'agglomerato, basata sull'uso di grosse pietre rozzamente squadrate ed organizzate fra loro, in altezza, in sottili listine di mattoni, frammenti di " coppi alla siciliana ", laterizi di vario spessore con frequenti rinforzi dello stesso materiale nei punti più deboli del paramento murario. Difficile stabilire l'epoca di costruzione della Badia che, comunque, si presume esistesse già nel Cinquecento, e forse fu precedente all'edificazione del santuario stesso.
Il Santuario è stato inserito, da parte della Sacra Romana Chiesa, fra i mille Santuari Mariani più piccoli d'Italia.
